martedì, Aprile 23, 2024

La dieta mima-digiuno: serve veramente per dimagrire?

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Dieta mima digiuno: l’obiettivo non è soltanto la perdita di peso e il ritrovamento della migliore forma fisica, ma anche la pulizia del corpo dalle scorie e la sua protezione da malattie gravi come tumori, morbo di Alzheimer, obesità e diabete.

di Maria Sordino – Negli ultimi mesi, si sente parlare sempre più spesso di quella che viene definita la Dieta mima digiuno. Si tratta di un regime alimentare studiato da alcuni ricercatori della University of Southern California, con alla guida l’italiano Valter Longo, docente di Biogerontologia e direttore dell’Istituto sulla longevità presso l’ateneo californiano. La dieta mima digiuno si basa sull’eliminazione dei cibi che stimolano la produzione di insulina e dell’ormone della crescita, prediligendo un basso apporto calorico.

Quindi verdura, poche proteine e qualche grasso buono. Gli alimenti permessi sono l’olio extravergine d’oliva, i cereali integrali, i legumi e gli ortaggi. Per gli snack, via libera al tè, alle barrette ai cereali e alla frutta, ma solo se secca. Gli alimenti vietati sono quelli di origine animale (tranne il pesce con poco mercurio) e lo zucchero (anche quello della frutta).Dieta

Ma la Dieta mima digiuno serve veramente per dimagrire?

Pare che la perdita di chili è solo un effetto collaterale di questa dieta che, in realtà, si pone un obiettivo molto più importante: riprogrammare le cellule, dando benefici rispetto all’invecchiamento e al rischio di malattie. Che l’alimentazione influenzi la salute e l’andamento delle malattie è noto. Nei meccanismi di sopravvivenza delle cellule, la restrizione delle calorie (concretamente potremmo definirla abitudine a mangiare poco) ha un ruolo rilevante: le persone più longeve hanno un rapporto sano con il cibo. Ci sono, però, evidenze anche in altri ambiti che avvalorerebbero l’ipotesi che la restrizione calorica prodotta da 48 ore di digiuno prima della somministrazione della chemioterapia aiuterebbe le cellule sane a proteggersi dagli effetti dei farmaci, attivando una sorta di modalità protettiva che le preserva dalla tossicità della chemio, mentre le cellule tumorali, soffrendo la mancanza di glucosio in circolo, ne sarebbero colpite in pieno. La scoperta, se confermata da studi ulteriori (sull’uomo e non solo su cavie animali), consentirebbe di migliorare gli effetti del trattamento, alleggerendo i disturbi collaterali.

Come funziona?

Il nome deriva proprio dalla sua attività di mimesi degli effetti prodotti dal digiuno, senza tuttavia comportare una completa astinenza dal cibo. Si tratterebbe in sintesi di ridurre in maniera netta l’apporto alimentare per 5 giorni, ripetendo tale procedure ogni 3 o 6 mesi. Per semplificare la ricerca degli alimenti adatti, Valter Longo ha creato un kit per la dieta mima digiuno che, però, non è ancora disponibile per la vendita in negozio. Al suo interno ci sono cinque zuppe liofilizzate, alcune bustine di tè, noci e le barrette ai cereali.

Ma come reperire il kit?

Esiste un libro ed esiste un sito che, nella sezione contatti, è abbinato a sette numeri di telefono. È così possibile ricevere spiegazioni sulla dieta e su come funziona il kit. Serve un certificato di sana e robusta costituzione (da richiedere al proprio medico) e un nutrizionista di fiducia – che magari conosca la dieta – in modo da monitorare e intervenire in caso di eventuali problemi o per qualsiasi esigenza dovesse sorgere durante il digiuno. Se la persona non ha un medico o un nutrizionista, l’interlocutore al telefono propone il nominativo di un professionista disponibile in zona che conosce la dieta (a fronte di un costo che dovrebbe oscillare da 80 a 100 €). Dopo il primo contatto la società L-Nutra, che gestisce il sito e si occupa di sviluppare il protocollo per la dieta mima digiuno, invierà a fronte di un pagamento di 199 €, il kit con le indicazioni nutrizionali e l’etichetta con gli ingredienti dei prodotti.

Facciamo un po’ di conti. Il costo del kit si somma a quello del certificato medico e al supporto del nutrizionista, senza considerare che la dieta andrebbe comunque ripetuta almeno 2 volte l’anno per le persone in salute. Che stia diventando un business?…senza dimenticare che queste scorciatoie “cozzano” con il concetto di educazione alimentare…

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