giovedì, Aprile 18, 2024

Incantano al Sancarluccio i Corpi Scelti di Matassa, Mazza e Russo

- Advertisement -

Notizie più lette

Redazione
Redazionehttp://www.2anews.it
2Anews è un magazine online di informazione Alternativa e Autonoma, di promozione sociale attivo sull’intero territorio campano e nazionale. Ideato e curato da Antonella Amato, giornalista professionista. Il magazine è una testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Napoli n.67 del 20/12/2016.

di Giuseppe Giorgio – Una trilogia di corpi, una triade di donne, una combinazione di tre storie che tra comicità, riflessioni ed un pizzico di surreale, si tramutano in un ritratto contradditorio della psiche umana ed in uno spaccato di una società divisa tra aperture disinvolte e rigidità ancestrali. Potrebbe essere questa la sintesi di “Corpi scelti”, il progetto drammaturgico visto nel Nuovo Teatro Sancarluccio, che mette insieme con l’attenta ed introspettiva regia di Peppe Miale, i monologhi di Angela Matassa, Anna Mazza e Roberto Russo, affidati rispettivamente a tre interpreti come Laura Borrelli, Gioia Miale e Imma Pagano. Partendo dal corpo della donna, o per meglio dire, da alcune particolari parti di esso  tramutate in un allucinante visione di un presente confuso ed in un’ allegoria per una società presa del caos, nei tre racconti ad essere eletto come protagonista è soprattutto il fisico. Lo stesso che offre lo spunto per un’indagine psicologica nonché lo stimolo per gridare il dolore della debolezza umana e la rabbia verso un mondo sempre più privato di certezze e valori. Ed è con queste premesse che al debutto nello storicizzato spazio di via San Pasquale a Chiaia, il primo dei tre monologhi “Volevo gli occhi blu” di Angela Matassa, grazie anche ad una Laura Borrelli ben calata nei panni del controverso personaggio protagonista, oltrepassa la dimensione della realtà lasciando al pubblico un mesaggio fatto soprattutto di provocazione. Così come per “Taglio netto” di Anna Mazza, il secondo degli assoli dello spettacolo che proietta in platea,  anche in virtù di un’elegante donna da palcoscenico come Gioia Miale, una sensazione fatta di perplessità e dubbi insieme ai temi di un processo psicologico dal verdetto finale già segnato. Fino a giungere a “Cu-lotteria” di Roberto Russo che chiude come in un crescendo rossiniano tutta la pungente messinscena inneggiante a quei sogni-bisogni del genere umano. Ambientata in un moderno condominio, la storia che raccoglie le paradossali vicissitidini delle tre  protagoniste, conduce lentamente lo spettatore verso un finale a dir poco singolare, il tutto, con l’ausilio di una guida invasiva ed energica come quella di uno speaker radiofonico. Invasiva, la voce dell’annunciatore, diabolico occhio/orecchio spalancato sull’umano bestiario di una quotidianità distorta, a mano a mano diventa necessaria ed imprescindibile. Tant’è che è proprio lo speaker a legare le vicende preannunciando che si coglierà l’inconfessabile, la pars oscura, al solo scopo di farne uno show. E’ questo il senso perverso di frasi esplosive nelle quali domina la tecnica di uno speaker storico della radiofonia nazionale come Roberto Russo, lo stesso autore del testo conclusivo, che tornato per l’occasione al microfono, subito ammalia e trascina nelle tre storie. Tre narrazioni che proprio con “Cu-Lotteria- raggiungono l’apice trovando sia la summa finale dell’intero spettacolo, sia un neologismo che identifica l’attività lavorativa di Mena Pezzullo. La Speranza di un popolo, la sua Fortuna, passano “sul culo” di Mena. Surreale, grottesco e di una comicità violenta ed inquietante, “Cu-lotteria” è un gioiello a sé, e di per sé . Quella di Roberto Russo, è una Napoli reale e, nello stesso tempo, astratta, che rimanda a varie suggestioni: Luca Cupiello, Basile, i quadri della Napoli seicentesca di Micco Spadaro, l’humus neomelodico, Miracolo a Milano. Un Presepe capovolto, sghembo, urlante ed irridente sul quale domina una domanda a cui, volontariamente, l’autore non da’ risposta: Mena, il personaggio che vede il corpo dell’avvincente e trascinante attrice Imma Pagano calzargli a pennello, crede al proprio potere? Santona o truffatrice da quattro soldi? Madonna o “puttana”? In queste risate amare che il testo molto di frequente strappa, c’è lo sguardo attento sul  “nocciolo” di una Napoli millenaria. Tra irrazionali mutazioni, interrogativi, humor, divinazione, un pizzico di imbroglio e deformazioni esistenziali, al Sancarluccio con “Corpi Scelti” si replica fino a domenica 20 novembre.

- Advertisement -
- Advertisement -
- Advertisement -

Ultime Notizie