venerdì, Marzo 29, 2024

Allarme meningite: è giusto avere paura?

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Meningite, una notizia preoccupante si è diffusa nei giorni scorsi: un bambino di 4 anni è stato ricoverato in gravi condizioni nel reparto di rianimazione dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze, dopo essere stato colpito da una meningite di tipo C nonostante fosse stato vaccinato nel 2013.

È notizia dei giorni scorsi che un bambino di 4 anni versa in gravi condizioni presso il reparto di rianimazione del Meyer di Firenze, per una meningite di tipo C, contratta nonostante avesse fatto la vaccinazione.

Grazie all’intervento tempestivo dei sanitari, le sue condizioni stanno migliorando. I medici esprimono cauto ottimismo, perché il bimbo sta reagendo alle terapie, anche se la prognosi resta ancora riservata. Immediate sono state le misure profilattiche per prevenire nuovi casi tra le persone entrate in contatto col piccolo.

La situazione in Toscana

In Toscana la vaccinazione contro il Meningococco C, raccomandata per i bambini di un anno, ha raggiunto una copertura di circa l’87%. Nonostante i vaccinati sono stati oltre 700mila, a inizio 2015 sono comparsi casi di meningite da meningococco C, alcuni dei quali letali: in meno di due anni ci sono stati circa 60 casi nella Regione.

Il contagio sembra essere dovuto alla diffusione di un unico ceppo di meningococco C che, al momento, si è diffuso per continuità: Empoli, Firenze, Prato, poi si è spostato verso il mare, a Pisa e poi a Livorno.

Il sud-est della Regione non sembra esserne stato toccato.

(Da quotidianosanità.it, dr. Giovanni Rezza, Istituto Superiore di Sanità)

Qualche informazione sull’infezione…

La meningite, sia virale che batterica, è un’infezione contagiosa, che si diffonde attraverso le minuscole gocce di liquidi provenienti dalla gola e dal naso di una persona infetta. Le goccioline possono essere trasportate dall’aria quando la persona tossisce, ride, parla o starnutisce. La trasmissione può avvenire anche condividendo alimenti, bicchieri, stoviglie, fazzoletti o asciugamani.

La diffusione è favorita soprattutto tra coloro che vivono a stretto contatto o che soggiornano a lungo in luoghi sovraffollati. La malattia non è frequente ma è molto aggressiva, tanto che una persona su 10 tra chi si ammala, muore e 3 riportano conseguenze permanenti.

I batteri che provocano la meningite sono il meningococco, lo pneumococco e l’emofilo. Spesso si riscontra la loro presenza nelle alte vie respiratorie, naso e gola, di portatori sani e asintomatici.

La presenza non è in sé indice di malattia. I sintomi sono inizialmente difficili da riconoscere e, per questo, la diagnosi spesso arriva tardi. Nelle prime 10 ore compare febbre e stato simil influenzale. Successivamente il mal di testa diventa forte, compare rigidità muscolare e la febbre è mmeningiteolto alta. Altri due segni sono l’irritabilità e la sonnolenza.

Dopo circa 20 ore si presentano sintomi gravi come perdita di conoscenza, convulsioni, macchie sul corpo. Va segnalato che, in genere, l’incubazione dura 10 giorni.

In questo periodo è possibile fare la profilassi, ovvero una terapia antibiotica specifica: prima si inizia, maggiori sono le probabilità che la malattia guarisca. I Vaccini, per evitare la malattia, sono disponibili per adulti, anziani e bambini. Ci si può vaccinare contro meningite da Haemophilus influenza e di tipo B, per le forme causate dallo pneumococco e dai ceppi A, B, C, Y, W 135 del meningococco. Tra questi ceppi quello più diffuso è il B.

Come si può prevenire la malattia?

Oltre alle generiche misure preventive, come quella di ridurre ed evitare il sovraffollamento, l’unica misura veramente sicura ed efficace è la vaccinazione.

Perché il bimbo toscano si è ammalato, nonostante fosse vaccinato?

Con le vaccinazioni si possono verificare i cosiddetti casi di ‘vaccine failure’, ovvero di mancata risposta al vaccino, che si presentano con una percentuale variabile tra l’1 e il 5% dei vaccinati. Proprio per questo è necessario raggiungere elevate coperture vaccinali: in questo modo i batteri circolano di meno e si crea la cosiddetta ‘immunità di gregge’. Per realizzare questo importante risultato è necessario che, nella popolazione, le coperture vaccinali siano maggiori o uguali al 95%.

Oggi siamo intorno al 60% di vaccinati a livello nazionale, con grandi differenze tra le varie regioni. Grazie alla protezione indotta dall’immunità di gregge, infatti, si possono proteggere anche quelle persone che non rispondono ai vaccini o che non possono esser vaccinati.

Un esempio da imitare...

In Sicilia, è in atto un piano vaccinale di tutto rispetto: già a partire dal 2015, si è arricchito con l’offerta gratuita del vaccino contro il meningococco di tipo B a tutti i nati nell’Isola a partire dal 2015, per proteggerli dal ceppo che, di preferenza, colpisce soprattutto i bimbi sotto i 12 mesi.

Finora, la profilassi vaccinale contro la meningite batterica è stata incentrata sull’antimeningococco C coniugato e, da poco, è stato introdotto nel calendario vaccinale regionale la formulazione contenente i ceppi A, C, W135, Y, per i giovani dai 12 ai 30 anni. La Sicilia si conferma, così, la prima regione in Italia ad aver introdotto tutta la gamma delle vaccinazioni consigliate in regime di convenzione con il servizio sanitario regionale completamente gratuite per i pazienti.

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